L'antico avamposto nanico

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    Arkas come spesso accadeva, beveva alla locanda di Baldur's Gate la sua pinta preferita,
    la locandiera era sempre felice di accoglierlo anche perchè se c'era una cosa sulla quale il nano non era
    avaro era la birra!
    Ancora una volta però si fece trascinare da Khain in un'altra delle sue strampalate imprese, in quanto il
    paladino aveva scoperto che a nord est di Baldur's delle carovane erano state attaccate da esseri non morti
    e mostruosi.
    Con la promessa di grandi ricchezze il nano si mosse, e i due, insieme ad Armaige, si diressero in questa grotta.
    I mostri che vi si annidavano erano di ogni tipo: senza testa, zombie, scheletri. Che vennero passati a fil
    di spada.
    D'un tratto mentre camminavano ed esaminavano alcune tombe, udirono qualcosa:
    "AAAAAAAAAAARGH, MI INSEGUEEEE!!!"
    Arkas per prima notò un uomo correre, per poi svanire nell'oscurità.
    "Cosa hai visto mastro nano?" Chiese il paladino.
    "Qualcosa di davvero strano..."
    Si avvicinarono a un'arma lasciata a terra, e qualcosa gocciolò dal soffitto.
    Atterriti, i tre alzarono lo sguardo:
    Un gigantesco ragno sbavante, stava avvolgendo nel bozzolo la sua preda appena catturata.
    Arkas indietreggiò, prese la sua ascia bipenne preferita e si preparò allo scontro, il paladino invocò la sua divinità
    e il mago scagliò dei fulmini.
    La bestia lanciò delle ragnatele, Arka le tranciò con l'ascia e si spostò a sinistra, Khain si parò con lo scudo e andò verso destra.
    Il ragno idsorientato perse quell'attimo e i due lo abbatterono con un colpo contemporaneo.
    "che bestiaccia immonda" commentò Armaige.
    Il gruppetto continuò, superano diverse tombe, le iscrizioni erano familiari ad Arkas, ma non era mai stato in quel luogo.
    sembrava un cimitero nanico.
    Arrivano ad una porta con un'iscrizione nanica, Arkas la lesse, e senza timore entrò:
    la stanza era pervasa da una fitta nebbia e i tre non riuscivano a vedere aldilà del loro naso, ma nonostante la paura quella nebbia
    ispirava tranquillità.
    Arkas protese le mani avanti e toccò quello che sembrava essere un altare, esaminò alcuni oggetti: un martello, un simbolo di Morodin,
    a conferma di dove si trovavano e infine un'incudine.
    D'un tratto una voce roca e profonda emerse dalla nebbia che si diradò nel frattempo.

    "Benvenuti, viandanti"
    Arkas indietreggiò e riconobbe lo spirito di un avo, un nano antichissimo a giudicare dalle vesti.
    "Qui il tempo ormai si è fermato, tanti valorosi hanno combattuto, tanti valorosi sono caduti, e per coloro che non trovano pace, c'è una eternità di sofferenza e di infestazione di questi luoghi...Qui si scatenò la grande guerra del sottosuolo, tra nani e drow"
    "maledetti orecchiappunta" digrignì i denti Arkas"
    "si scontrarono e perirono in migliaia, e per porre fine a tutto, sigillarono le entrate....quindi non rimase piu' anima viva...
    ma adesso un varco si è aperto, siete apparsi, voi uomini, e tu della stirpe di Moradin, che possa tu trovare la forza per
    vendicare la tua gente e liberare questi luoghi.
    adesso riposate, questo luogo è un avamposto nanico sicuro."

    I tre notarono dei letti, incredibilmente ben fatti e non segnati dal tempo, opera del sortilegio dello spettro, e si riposarono.

    Recuperate le forze, notarono che lo spettro era sparito, e ripresero il cammino, liberando quei luoghi dal male.
    ma non poterono prosegurie oltre: la via era ostruita: alla fine dei lunghi corridoi sotterranei, vi era un altare di fuoco, e alle spalle era evidente
    una frana che ostruiva l'accesso.

    I suoi avi si erano sacrificati...
     
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