L'epidemia

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    Margaery era di passaggio per Baldur’s Gate, una volta consegnata una missiva ai membri della milizia sarebbe dovuta tornare verso il Cormyr, sua terra natia.
    Stava entrando in locanda per riposarsi prima del viaggio quando notò una donna stesa a terra febbricitante.
    Cercò immediatamente di soccorrerla, ma era ormai troppo tardi. La vita della donna si spense fra le sue braccia lasciandola amareggiata. Se solo fosse arrivata qualche attimo prima magari avrebbe potuto salvarla…
    Il giorno successivo si rese conto che non era stato un caso l'aver trovato la donna in quelle condizioni. Il numero di ammalati nel corso della notte era aumentato a dismisura. Per le strade chierici e guaritori di ogni sorta si affannavano bussando a ogni porta, cercando di raggruppare tutti gli ammalati in lazzeretti di fortuna creati fuori le mura durante la notte.
    Margaery visitò immediatamente il posto, per vedere se le sue abilità da guaritrice, per quanto limitate, potessero essere di qualche aiuto.
    Si rese rapidamente conto che le sue preghiere non avevano alcun effetto sui malati, né tanto meno i suoi incanti. Non si trattava di una comune malattia, c’era qualcosa di molto più oscuro dietro.
    La malattia non sembrava specifica per una razza. Tutti venivano infettati, i più deboli non sopravvivevano alla notte, gli altri si trascinavano per alcuni giorni per poi però finire con lo stesso destino. Nessun malato era mai guarito, o se ciò era successo a Margaery non era noto.
    In pochi giorni la città fu invasa da malati, le guardie fecero del loro meglio per accumularli nei lazzeretti, che furono però presto strapieni.
    I negozi del centro iniziarono a limitare l’accesso ai loro locali a chiunque fosse infetto e la maggior parte degli abitanti del Gate iniziò ad evitare di girare per strada, ma anche chiudersi in casa non sembrava essere una soluzione.
    Si sparse la notizia che il problema non fosse limitato a Baldur’s Gate, ma che la stessa situazione fosse presente anche a Waterdeep.
    Dopo la decisione delle autorità di entrambe le città di mettere in quarantena la zona infetta, Margaery si ritrovò costretta in città, senza possibilità di tornare a casa.
    Probabilmente non vi avrebbe fatto ritorno comunque, quelle persone avevano bisogno di lei e avrebbe fatto quanto in suoi potere per aiutarle.
    Contattò subito il Pugno Fiammante, mettendosi a disposizione per ogni evenienza. Iniziò a svolgere costanti ronde della città, cercando un fattore che potesse accumulare i malati e nel frattempo aiutando tutti quelli che incrociò su sul suo cammino.
    Molti avevano solo bisogno di qualcuno con cui parlare e di compagnia per le ultime ore della loro vita. Più passavano i giorni più si sentiva scoraggiata. Non aveva appreso niente di nuovo, continuava a brancolare nel buio.
    I lenti rintocchi provenienti dal campanile della chiesa di Ilmater annunciavano le rammaricanti perdite.
    I corpi venivano portati in una fossa comune fuori le mura e bruciati. Alte colonne di fumo s’ innalzavano nel cielo, impestando la città con l’odore di morte.
    Una cosa le era chiara. Non si trattava di una malattia naturale, qualcosa di magico era in atto.

    Margaery cavalcava verso Waterdeep durante una delle sue solite ronde, quando notò delle figure aggregate vicino al fiume. Si fermò per controllare cosa stesse accadendo, ma la scena a cui assistette fece scendere ancor di più il suo già cupo stato d’animo.
    Un sacerdote d’Ilmater intonava una lenta litania a occhi chiusi, chino sui corpi di due bambini. Una piccola folla attorniava i due corpi, dagli abiti sembravano semplici contadini. Fra loro Margaery distinse chiaramente i genitori dei due piccoli. La donna scossa da dilanianti singhiozzi e l’uomo con lo sguardo perso nel vuoto, come se la sua vita non avesse più alcun significato.
    Margaery strinse i denti, doveva trovare il modo di porre fine ai tormenti di quella povera gente. Doveva trovare chi c’era dietro e fargli pagare per tutto il dolore che aveva causato.
    L’urlo della madre la risvegliò dai suoi pensieri e la ragazza accorse veloce al suo fianco sfoderando la spada.
    Una volta vicino notò cosa avesse causato l’urlo. I cadaveri dei due bambini stavano iniziando a muoversi in maniera innaturale. I due occhi bianchi della bambina si fissarono su Margaery e il corpo senza vita emise un lamento spettrale.
    La ragazza si frappose immediatamente fra civili e i cadaveri, ma qualcosa attirò la sua attenzione.Nel bosco poco più avanti una figura vestita di nero iniziò a correre a perdifiato nel fitto degli alberi.
    La donna fece istintivamente per inseguirla ma si rese conto che così facendo avrebbe lasciato i civili alla mercé di quelli che erano ormai chiaramente due non morti. Non poteva permettersi di vedere altre persone morire. Chinò il capo invocando con una preghiera il suo dio e si lanciò contro i due cadaveri viventi.
    I contadini scapparono, tornando rapidamente verso il vicino villaggio trascinandosi dietro i genitori dei due bambini, ancora sconvolti per l’accaduto.
    Margaery si ritrovò sola insieme al sacerdote di Ilmater a fronteggiare i nemici. Lo scontro fu rapido, aveva già affrontato abomini del genere.
    Una volta messa in sicurezza la zona, corse verso il bosco cercando di braccare la figura che era sicura aver visto.
    Cercò per ore nel bosco, ma non riuscì a trovare nessuno. Era però ora sicura che i due eventi fossero collegati, la figura e i non morti.
    Tornò verso Baldur’s Gate in cerca di aiuto per tornare nuovamente là e scoprire finalmente cosa stesse succedendo, sperando non fosse troppo tardi.

    Edited by GM Nocturne - 29/9/2019, 05:00
     
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    Dal suo arrivo a Baldur's Gate a Darken sembro' aver portato un vento di sventura su tutta la citta',ammalati per tutta la zona che vagavano con la morte sulle spalle pronta a divorare ogni infetto...
    Non di meno, come sciacalli approfittatori della malattia, dei ladri cominciarono a causare sospetto per tutta la citta' a causa di furti persino da dentro le abitazioni.
    Tutto sembra affogato nel caos, dove Darken sembra l'unico a danzare, non per gioia, non per esibizione, ma per essere riuscito in qualche modo a riavere incredulo la sua liberta'.
    Nella sua permanenza si trovo a svolgere compiti ed esplorazioni con degli avventurieri piu o meno inerenti alla sua tolleranza, se poi vi era un qualche premio per svolgere le sue mansioni era anche meglio, trovando cosi una scusa al suo essere troppo avventato all'avventura.
    ritrovatosi stanco, anche per il lavoro di sartoria che pare prendere seriamente, si sveglio una sera alla locanda dove alloggava per trovare il locale stranamente vuoto e senza un filo di chiacchiera...
    Qualcosa di pericoloso stava per succedere, non vi era dubbio, ma decise di aspettare li chiudendosi inq uella bolla che solo lui riesce a creare nelle sua mente.
    Affacciatosi alla finestra della locanda vide comunque il via vai di gente tra curatori, ammalati, e carri con cadaveri pronti per essere messi alla pira...
    Trasali' un istante prima di scappare come un folle quale e', e decise di disegnare il cervo delle sue visioni, porgere una moneta d'oro come pegno fare una preghiera a quella figura che oramai vedeva come un entita' ultraterrena, prese la moneta una volta finito di pregare, la bacio' per poi scendere e uscire dalla locanda e donarla al primo ammalato che incontrava, dicendo solamente al destinatario le seguenti parole:
    "Prega il cervo, il cervo da', il cervo toglie, per lui e' un gioco, se vivi accontenta le sue voglie, cercalo e ricordalo!"
    e poi aggiunse "ah! Ricorda! Se dovessero chiederti chi ti ha dato la moneta, non dire una parola o la sfortuna ti cogliera'!"
    Cosi dicendo riprese a camminare strempellando con l'arpa una melodia tutt'altro che allegra, anzi proprio inerente con l'ambiente circostante...
     
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    In una grigia giornata piovosa una figura incappucciata si avvicinava verso la città dei duchi.
    Il mantello lo avvolgeva ricoprendo parte della sua armatura, ormai troppo fradicio per la troppa acqua assorbita durante il suo lungo viaggio.
    Il Terriccio cominciò a diventare fangoso, lasciando dietro di se le impronte della suola dei suoi stivali, ricoperti ormai di fango come lo stesso orlo della parte inferiore del suo mantello.

    Giunto all'ingresso dell'entrata Nord di Baldur's Gate, l'elfo si fermò e tirò un sospiro....lo stesso fiato creò della condensa per l'impatto dell'aria fresca che avvolgeva la città dei duchi. Lo scenario triste afferrò il cuore dello Teu'Tel'Quessir....

    "Questa città è avvolta da un grande dolore..."



    Non poteva ignorare tale male e facendosi strada tra la gente, vide la gente sdraiata per strada sofferente che implorava aiuto, le campane dal suono triste, annunciavano una nuova perdita...

    si fermò davanti a una locanda chiamata "L'elmo e il Mantello", effettivamente aveva viaggiato parecchio ultimamente e il riposo era necessario. Decise allora di entrare per riposare, trovò la locanda praticamente vuota e stranamente silenziosa...parlando con la locandiere prima di prendere la stanza, raccolse parte delle informazioni di ciò che stava accadendo al Gate, ancora più triste, prese le chiavi e salì in camera a riposare.

    Al suo risveglio, si unì nella sala principale della locanda...una giovane ragazza dall'armatura lucida domandò a gran voce a tutti i presenti.....

    "sono Margaery, Paladina di Tyr, sto cercando avventurieri abili in armi che possano accompagnarmi a sconfiggere la causa di questo morbo che da giorni ormai infligge dolore e sofferenza...alla povera gente della costa della spada."



    L'elfo si voltò verso la voce...notando l'audace paladina non poté che rispondere alla sua chiamata.....

    "Sono Ancalagon Mirienthil rispondo alla vostra richiesta di aiuto...."



    L'elfo con i suoi modi aggraziati...chino il capo e con un cenno portò la mano al petto verso il cuore per poi allargarla lentamente verso la donna.

    Forse la donna non sapeva ancora che aveva trovato un potente alleato....ma presto....lo avrebbe scoperto.
     
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    Maestro, ho fatto come avete chiesto. Il piano è quasi ultimato

    Neskem guardava la figura davanti a se con aria fiera. Aveva fatto tutto alla perfezione, le guardie di Waterdeep e Baldur’s Gate non sospettavano niente. Ghignò contento. Di quel passo avrebbe presto raggiunto l’immortalità e i suoi sogni si sarebbero finalmente realizzati.

    E per quanto riguarda i paladini…?

    La voce roca del Maestro riecheggiò fra le pareti della grotta. La figura gli dava le spalle e sembrava concentrata nella contemplazione di qualcosa di molto lontano.

    Ecco..

    Neskem deglutì.

    Le mie fonti dicono che brancolano nel buio.. Io.. Sono sicuro che non riusciranno mai a trovare questo posto..

    La figura si voltò fulminandolo con uno sguardo torvo, tanto da farlo rabbrividire.

    Per esserne certo ho ucciso tutti quelli che sapevano qualcosa, anche minima!

    Si affrettò subito ad aggiungere l'uomo, con tono sempre più disperato. Una smorfia comparve sul volto cadaverico del Maestro, sembrava meditare se ucciderlo seduta stante o meno.

    Maestro ho fatto tutto quello che mi avete chiesto, vi prego non adiratevi con me. Sono il vostro più valido alleato!

    L’altro emise una risata gracchiante

    Il mio più valido alleato... Credo tu abbia una stima troppo alta di te. Sei solo una pedina in questo gioco, giovane Neskem.

    Il suo sguardo si soffermò un attimo sulla pietra che aveva davanti e poi tornò sull'uomo con tono freddo e distaccato.

    Se fallirai ne pagherai con la tua vita.
     
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    Garret camminava in fretta verso il tempio di Tyr della Splendente. Le varie guardie che incontrò lungo il cammino chinarono il capo in segno di rispetto al suo passaggio e lui le salutò con un rapido cenno. Aveva passato l’intera giornata a combattere non morti alle porte Sud, più passavano le ore e più le orde si facevano frequenti e numerose. Le insegne della città che portava con fierezza erano sporche di terra e sangue a causa delle numerose ore passate in battaglia; era abituato a combattere contro nemici del genere, ma mai gli era capitato di affrontare un problema di così larga scala e la cosa lo preoccupava non poco.
    Una volta davanti alle scalinate del tempio notò Corinne attenderlo impaziente.
    “Non ho fatto in tempo a rientrare a Baldur’s Gate da quando queste ondate di non morti sono iniziate.” Gli disse tesa, era evidente che essere bloccata alla Splendente la faceva soffrire.
    “Questa potrebbe rivelarsi una fortuna” le sorrise appena e si avviò senza indugio all’interno del familiare tempio.
    Non appena misero piede all’interno furono subito scortati nelle stanze di Eroretha, chierico del Giusto, che li attendeva nervoso.
    “Ci hai mandato a chiamare? Ci sono novità?” Lo bersagliò subito Garret pragmatico, essere lontano dal fronte mentre avevano bisogno di lui non lo faceva stare tranquillo.
    Il vecchio chierico annuì mesto “Avevo mandato un ranger nella foresta, per appurare i nostri dubbi riguardo alla locazione del Lich e avevamo ragione” li guardò entrambi serio “Sembra nascondersi in un complesso di catacombe nei monti a Nord est della città”.
    Garret strinse i pugni mentre il chierico continuava il suo racconto “Il ranger mi ha detto di essere stato scortato in città da un gruppo di avventurieri, sembra che si siano avviati là” il vecchio sospirò preoccupato “Spero che il vostro aiuto non arrivi troppo tardi”.
    Corinne guardò seria il chierico “Sembra che la fonte del suo potere sia un cristallo, ci è stato detto da un informatore con cui uno dei suoi adepti aveva preso contatti prima che venisse ucciso.” Storse la bocca con disapprovazione “Ma con l’aiuto di Torm” poi guardò Garret “e Tyr saremo in grado di distruggerlo e riportare la pace in queste terre”.

    Il Maestro contemplava il Cristallo di fronte a se. Il piano ormai era quasi ultimato. La stadio finale dell’epidemia era iniziato, i corpi degli infetti si rialzavano come non morti sotto i suoi comandi. La conquista della Costa della Spada era a un passo dal suo compimento, ma c’era una cosa che lo preoccupava.
    Quei due paladini erano riusciti a scoprire il suo segreto. Una smorfia gli comparve sul volto scheletrico ripensandoci. Quello stupido di Neskem, si era andato a vantare con qualche idiota dei suoi informatori in città del piano, avrebbe dovuto ucciderlo quando ne aveva avuto occasione. Era stato un errore ingenuo rivelargli i suoi piani, ma ormai il danno era fatto. Poteva solo sperare che non trovassero quel posto prima del termine dei preparativi. Una volta che il piano fosse stato finalmente ultimato si sarebbe spostato in un posto più sicuro e non sarebbe più stato necessario affrontarli.
    Si soffermò sul cristallo che riluceva di una luce violacea. Non sarebbe stato in grado di affrontarli entrambi, forse uno solo… Scosse il capo. Non doveva pensarci, ormai era quasi finita. Il piano sarebbe filato liscio ed entro qualche ora avrebbe avuto ai suoi piedi due intere città.

    Garret entrò nella cupa sala seguito subito da Corinne. I candelabri illuminavano a malapena le pareti della stanza e un silenzio innaturale li avvolgeva opprimente.
    “Ci stiamo avvicinando, lo senti?” disse Corinne proseguendo per i lunghi corridoi delle catacombe, erano ore che camminavano e avevano incontrato un numero impressionante di non morti lungo il loro cammino.
    La forza maligna si faceva sempre più opprimente man mano che avanzavano e il tanfo di morte soffocante.
    Corinne gli fece segno di fermarsi “Delle voci più avanti” lui annuì e la guardò un attimo prima di proseguire a passo spedito verso la fonte di quei rumori.
    Non appena misero piede dentro la cripta non gli fu difficile identificare il loro nemico, ma non era solo.
    Garret scandagliò svelto le tre figure impalate in mezzo alla stanza. A giudicare dagli abiti dovevano trattarsi degli avventurieri di cui gli aveva parlato Eraretha, per fortuna erano ancora vivi.
    Tornò rapido sul Lich “E’ ora di finirla con questa storia.” Fece segno a Corinne di circondare l’essere sull’altro lato e si avvicinò rapido con la spada in mano, pronto a colpire.
    Il Lich sembrò meditare un attimo la situazione prima di iniziare la cantilena di un incantesimo. Poco dopo era sparito.
    “Maledizione è fuggito” il paladino fece una smorfia frustrato, poi scandagliò la stanza in cerca del suo obbiettivo. Il cristallo brillava nel centro della stanza, facendo rilucere la stanza di un aura violacea di pura malvagità.
    Garret iniziò a mormorare una preghiera al Giusto, subito seguito da Corinne. Le lame dei due paladini iniziarono a risplendere di una luce sacra e i due si avventarono sulla pietra riuscendo a fatica a distruggerla e disperdere l’energia negativa che conteneva.
    L’uomo tirò finalmente un sospiro di sollievo “E’ finita.” Guardò gli avventurieri che una volta scomparso il Lich erano liberi dal suo incantesimo di paralisi “Questa pietra era la fonte da cui il lich traeva la forza per mantenere attiva l’epidemia su un terreno così vasto”.

    Il gruppo di avventurieri tornò verso la Splendente insieme ai due paladini, la malattia era finalmente cessata. Tutti i non morti erano tornati ad essere semplici corpi non appena la pietra era andata distrutta. I cadaveri in città iniziarono a essere raccolti e bruciati e ben presto la situazione tornò alla normalità.
    Le due città avevano subito un grosso colpo in termini di vite umane e risorse economiche a causa della prolungata quarantena, ma la situazione si era finalmente conclusa.
    I confini vennero riaperti e le carovane commerciali riiniziarono a partire dalla città, come se niente fosse accaduto.
    I due paladini fecero rapporto alle autorità di Baldur’s Gate e Waterdeep su quanto accaduto, la minaccia per il momento era scampata ma non potevano dimenticare che il Lich era ancora a piede libero, sconfitto ma non distrutto.
    A tutti gli avventurieri che avevano aiutato alla risoluzione dell’epidemia venne inviata la seguente lettera scritta in una elegante calligrafia:

    La signoria vostra è invitata a partecipare alla giornata commemorativa che si terrà nei prossimi giorni alla Splendente. Non sarebbe stato possibile sconfiggere questa pestilenza senza il vostro aiuto e le autorità di entrambe le città ve ne saranno per sempre grate, come segno del nostro riconoscimento vi conferiremo gli onori di entrambe le città.
    *Stemma di Baldur’s Gate e di Waterdeep*
     
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    Finalmente era finita, avevano sconfitto questa maledetta epidemia, Harxazel sorrise leggermente soddisfatto.
    Tornato poi a Baldur's gate, finì di stilare il rapporto per il Khazark della Enclave e lo consegnò allo stesso, andando poi a prendere un the alla locanda dell'Elmo e Mantello, la locandiera lo fermò ormai conoscendolo, consegnandogli la missiva dell'invito per la commemorazione dei defunti.
    Harxazel lesse la missiva sorseggiando il suo the, per poi una volta terminato ritirarsi alla Enclave proseguendo i suoi studi.
     
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5 replies since 28/9/2019, 22:21   127 views
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